Dalle sorgenti del Peschiera, attraversando la Sabina, fino a Roma

Il servizio idrico del Consorzio Acquapeschiera, che eroga l’acqua nei Comuni di Cantalupo, Collevecchio, Forano, Stimigliano e Tarano, recupera l’ acqua direttamente dall’ acquedotto più grande d’ Europa: “Acquapeschiera Capore”.

Attraverso dei tunnel sotterranei che partono dalle sorgenti del Peschiera, situate nel Comune reatino di Cittaducale, l’acquedotto arriva nel Comune di Salisano (RI), e da qui ripartirà arrivando ad affiancare le sponde del Tevere, per poi arrivare fino a Roma.

Proprio in questo importante svincolo dell’acquedotto, situato nel Comune di Salisano, inizia lo snodo che permette alle acque del Peschiera di arrivare fino nei Comuni della Bassa Sabina.

Per visitare (solo all’esterno) uno dei più grandi acquedotti d’Europa bisogna percorrere l’antica via Salaria fino all’86esimo chilometro. Poi non resta che perdersi nella campagna, fino alle pendici del Monte Nuria. E’il paesaggio incontaminato, insieme a divieti e cancelli, che protegge gli enormi tubi con cui l’acqua arriva fino a Roma.

La nascita del complesso acquedottistico

caduti-peschieraIl primo progetto è datato 1908, ma la costruzione del complesso acquedottistico del Peschiera iniziò negli anni Trenta: 86 km di tubi , vasche e impianti che trasportano l’acqua dalla provincia di Rieti fino a Roma.  Nel 1926 la capitale ottenne la prima concessione per lo sfruttamento delle sorgenti, da cui inizialmente avrebbe captato fino a 5m3/s. Il progetto sin dalle fasi iniziali prevedeva la costruzione di due rami/ tunnel: quello superiore, tra le sorgenti del Peschiera ed il Comune di Salisano ed una sezione successiva tra Salisano e Roma (ramo inferiore) passante sulla riva destra del Tevere. Fu subito chiaro, però, che la capitale  avrebbe avuto bisogno di una maggiore quantità di acqua e così si ideò un altro ramo della sezione inferiore, che passasse sulla riva sinistra del Tevere. Vicino alla centrale c’è un monumento che ricorda  gli operai morti durante la costruzione dell’impianto

Un acquedotto da record!

L’acquedotto del Peschiera-Capore è uno dei più grandi del mondo tra quelli che trasportano solo acqua di sorgente. La portata verso la città di Roma è di circa 14mila litri al secondo, la lunghezza totale dell’acquedotto è di quasi 130 km, il 90% dei quali sotto terra. In alcune delle condotte l’acqua scorre in modo naturale a causa della pendenza e in altre il moto avviene in pressione: la scelta di adottare una soluzione piuttosto che un’ altra ha motivazioni  essenzialmente tecniche.  Solo una minima parte delle condotte è in metallo, il resto è costruita in cemento armato. Il primo progetto dell’acquedotto risale al 1908: prevedeva una portata di 4 metri cubi al secondo con un grande tunnel tra le sorgenti del fiume Peschiera e il comune di Salisano, nella provincia di Rieti (ramo superiore) e una sezione successiva tra Salisano e Roma (ramo inferiore) che passava nella riva destra del fiume Tevere. La scelta di questo tragitto andava ricercata nella volontà di utilizzare il ramo superiore nella produzione di elettricità della centrale elettrica di Salisano che dispone di un salto di 240 metri.

Un’ emergenza geologica in continuo monitoraggio

La sorgente del Peschiera si trova in una zona strategica dal punto di vista geologico. La falda scorre a quota 400 metri sul livello del mare, proprio su uno dei livelli base del sistema idrogeologico Nuria/ Velino. La neve alimenta le falde acquifere e trattandosi di un circuito carsico, l’acqua drena molto rapidamente. L’elevato grado di sismicità ( S=9) che caratterizza il territorio si manifesta anche nella conformazione delle gallerie di captazione. Le misurazioni dei movimenti sismici e geodinamici arrivano anche nella sala operativa acque aziendali di Acea. Per la protezione dell’area sono stati acquisiti 60 ettari dai terreni circostanti, appartenenti ai comuni di Cittaducale e Castel S Angelo. L’esercizio degli  impianti di captazione e di immissione nella galleria di derivazione può essere effettuato sia dagli stessi impianti che a distanza, dalla sala operativa di telecontrollo e telecomando dislocata a Roma in prossimità della sede Acea.

Come vengono catturate le acque del Peschiera

La sorgenti nascono all’interno del monte Nuria e sono costituite da una grande caverna natale di origine carsica, di circa 20 m di diametro. L’acqua scaturisce perennemente dall’interno della caverna e da una lunga rete di cunicoli (circa 1.500 m) all’interno del monte. Le acque della “polla centrale” e delle gallerie confluiscono in una grande galleria collettrice dalla quale ha inizio l’acquedotto. Il Peschiera ha una portata massima di 9.500 l/s (litri/secondo) e impiega circa 24 ore per arrivare a Roma. All’esterno della montagna è stato realizzato il secondo tratto dell’acquedotto, su un fronte di circa 120 m che tocca la sponda sinistra del rio Peschiera.Il primo tratto dell’acquedotto (cosiddetto “superiore”) è di circa 26 km, ed è stato realizzato in galleria e termina nella centrale idroelettrica di Salisano. Nella centrale, oltre alle acque del Peschiera, confluiscono anche quelle delle Capore.