L’ Acquedotto del Peschiera nasce nella provincia di Rieti.
Un territorio poco conosciuto, ma caratterizzato da un’eccezionale varietà e quantità di fiumi, laghi e torrenti.
Una ricchezza inestimabile che l’uomo ha sempre cercato di sfruttare, modificando il paesaggio.

Cotilia: un’acqua davvero azzurra

Già ai tempi dei Romani erano note le proprietà benefiche delle acque di Cotilia, particolarmente ricche di zolfo. L’idea di un primo impianto termale nella zona fu dell’imperatore Vespasiano che nel I secolo dopo Cristo fece costruire tre enormi piscine, le cui strutture sono ancora visitabili. A un centinaio di metri, lungo la via Salaria, vicino al cartello “Benvenuti alle Terme” esiste ancora il lago carsico alimentato naturalmente dall’acqua solfurea, che si nota per il suo azzurro intenso. Non è più possibile farci il bagno perché la concentrazione di zolfo è stata giudicata troppo alta. Pare che proprio il capostipite della gens Flavia sia morto per i troppi bagni “solfurei”.

Il Velino nel Nera

Nasce e attraversa gran parte della provincia di Rieti il Velino, che gettandosi nel Nera, nei pressi di Terni, forma le cascate delle Marmore, fra le più alte d’Europa: un salto di 165 metri, su tre livelli. Nel 1787 l’architetto Andrea Vici operò sulla cascata, risolvendo finalmente la maggior parte dei problemi derivanti dalle piene dei due corsi d’acqua. In concomitanza delle piene del Velino, l’enorme quantità d’acqua trasportata dal Nera minacciava direttamente il centro abitato di Terni. Questo fu motivo di contenzioso con la città di Rieti, tanto che nel 54 a.C. si giunse a porre la questione direttamente al Senato Romano: Rieti era rappresentata da Cicerone, Terni da Aulo Pompeo. Dal XIX sec. la cascata viene sfruttata per produrre energia.

Le Dighe del Salto e del Turano

Nello stesso periodo, dopo la bonifica della conca reatina, furono realizzate altre due opere d’ingegneria idraulica che modificarono profondamente questo territorio. Nel 1935, bloccando il corso del fiume Salto, fu costruito un grande bacino artificiale, a 500 metri sul livello del mare, le cui acque alimentano la centrale elettrica di Cotilia. Il Salto, tramite una condotta lunga 9 km, riceve l’acqua di un secondo lago artificiale, il Turano. La diga che blocca il corso del diga che blocca il corso del fiume omonimo, eretta nel 1939, forma un grande bacino con un invaso utile capace di 150.000.000 mc che ha ricoperto un’area vasta oltre 500 ettari di prati, campi coltivati, boschi e zone abitate. Migliaia di contadini assistettero all’inondazione definitiva delle loro terre.